DAF - Dizionari Autonomistic Furlan
Aquila
“Stemma della Patria del Friuli – scrisse Giandomenico Ciconi – era l’aquila romana d’oro in campo azzurro o veneto, retaggio di Aquileia, e tale è tuttora lo scudo della provincia udinese”. Il nome di Aquileia, che pure ha a che fare con le aquile e con il vento chiamato “aquilone” o “tramontano”, non è latino e non ci ha lasciato in retaggio l’aquila come simbolo. In verità l’aquila d’oro in campo azzurro è volata da Tolosa ad Aquileia perché era l’arma nobiliare del patriarca Bertrand de Saint Geniès, rimasto sulla cattedra di Aquileia dal 1334 al 1350. “L’antico stemma e sigillo della Patria del Friuli – scrive Enrico del Torso – era l’aquila d’oro in campo azzurro. Nel secolo XVII si incominciò ad usare l’insegna della donna turrita”. L’aquila di Bertrando fu quindi assunta come bandiera dell’intera Patria, ma poi rimase soltanto sullo stemma della Provincia di Udine, per volare infine sulla bandiera della Regione Friuli Venezia Giulia, dove possiamo vederla stilizzata e appollaiata di profilo. L’insegna secentesca è così descritta da del Torso: “Scudo sagomato alla donna posta in piedi vestita di vari colori al naturale, tenente nella destra una lancia, nella sinistra un libro aperto, il capo ornato da una corona di tre torri, sotto c’è la scritta “Arma della Patria” in lettere capitali”. Quella donna coronata di tre torri non accese la fantasia popolare, che preferì l’aquila, adottata anche da Tiziano Tessitori (qui accanto riprodotta) nel 1945 come simbolo della sua Associazione per l’Autonomia Friulana. Da allora, l’aquila bertrandina rimane, per gli autonomisti, la bandiera del Friuli, non solo della Provincia di Udine.
Bibliografia: Giovanni Maria Del Basso, Lo stemma della Patria del Friuli, Memorie Storiche Forogiuliesi, XLVII; Enrico del Torso, Araldica Civica del Friuli, a cura di Giovanni Maria Del Basso, Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone 1978.