I simboli nazionali
La bandiera
L’antico stemma della Patria del Friuli è l’aquila araldica d’oro in campo azzurro. “L’aquila – spiega Gianfranco Ellero in Il Friuli. Una Patria – arma ufficiale della Patria e simbolo unitario di tutto il Friuli storico, figurava nei sigilli dello Stato (ben conservato quello di Marquardo di Randeck), sulle monete battute dai patriarchi (da Bertoldo di Andechs, Volchero, Ottobono e Bertrando, per esempio) e in pitture murali (ancora visibile a Udine sulla porta di San Bartolomio in via Manin)”.
L’esemplare più celebre e antico del vessillo patriarcale è esposto nel Duomo di Udine: si tratta di un magnifico drappo quadrangolare di seta azzurra con sopra una grande aquila d’oro. Esso fu cucito sul camice di lino bianco che avvolgeva il corpo del patriarca Bertrando di Saint Geniès, rimasto sulla cattedra di Aquileia dal 1334 al 1350 e barbaramente ucciso da una congiura di nobili friulani. Come testimonia tale esemplare, ali spiegate, testa a sinistra, rostro aperto e artigli rossi caratterizzano l’aquila dello Stato friulano.
L’antico vessillo tuttora costituisce la bandiera universalmente riconosciuta del Friuli. Non va confusa con la bandiera dell’istituzione puramente amministrativa denominata “Regione Friuli-Venezia Giulia”, che ha un’origine molto più recente (1963) e tutt’altro significato storico.
La lingua
Il friulano è una lingua neolatina del gruppo ladino. Si è formata come lingua più o meno intorno all'anno Mille ed ha mantenuto durante i secoli un'originalità tutta sua che la rende, ancora oggi, molto diversa dall'italiano e dagli altri idiomi parlati nei territori limitrofi (tedesco, sloveno e veneto). Il Friuli fu abitato anticamente dai Carni, popolazione del gruppo celtico, e nel 181 A. C. fu conquistato dai Romani. Dopo la dominazione dei Longobardi e dei Franchi, nel 1077 si costituì in Stato autonomo, retto dal Patriarca di Aquileia assieme ad un Parlamento (il Parlamento della Patria del Friuli). Nel 1420 fu conquistato dai Veneziani che lo governarono, mantenendo una certa forma di autonomia, fino al 1797, quando, dopo la dissoluzione della Serenissima, passò sotto il dominio dell'Austria. Nel 1866 il Friuli (eccetto la parte orientale, divenuta italiana nel 1919) entrò a far parte del Regno d'Italia.
I primi documenti in lingua friulana risalgono ai secoli XII e XIII, così come le prime composizioni poetiche. Da allora la produzione letteraria in friulano è costantemente cresciuta, con esiti stilistici anche di grande livello (Ermes di Colloredo, Caterina Percoto, Pier Paolo Pasolini). Inoltre, attorno al XIX secolo si è sviluppata una coinè letteraria codificata in testi autorevoli e che ancora oggi costituisce un importante punto di riferimento per il processo di normalizzazione linguistica. Il friulano dispone anche di un gran numero di vocabolari e testi di carattere grammaticale ed è studiato nelle Università del Friuli, di Trieste, di Praga, Mosca e Lubiana. Fin dalle origini la Chiesa ha utilizzato tale idioma nelle cerimonie religiose e nella catechesi e, da qualche anno, ha provveduto alle traduzioni integrali della Bibbia, del Lezionario e del Messale.
La lingua friulana è parlata da circa 600.000-650.000 persone in 178 comuni delle province di Gorizia, Pordenone e Udine e in 7 comuni della provincia di Venezia. Secondo le indagini sociolinguistiche, in Friuli il 52.2% degli intervistati capisce e parla regolarmente il friulano, il 20% lo capisce ma lo parla occasionalmente, il 19.9% lo capisce ma non lo parla, mentre il 2.6% non lo capisce e non lo parla per niente.
Il primo riconoscimento ufficiale della lingua friulana risale al 1996 con la approvazione della L.R. n. 15/1996. Qualche anno dopo anche lo Stato ha riconosciuto la minoranza friulana con la legge 482/1999, dopo più di cinquant'anni dall'approvazione dell'art. 6 della Costituzione ("La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche"). Recentemente la Regione ha emanato una nuova legge organica di tutela: la L.R. 29/2007.
La marilenghe è usata anche nei media e in varie forme artistiche, fra cui: letteratura, teatro, cinema, musica.
Parlamento della Patria del Friuli
Il Parlamento della Patria del Friuli nacque dalle assemblee consultive dei nobili e del clero, convocate dal Patriarca di Aquileia fin dal XII secolo per chiedere nuove contribuzioni in moneta e in uomini d'armi. Ma fin dai primi tempi, accanto ai nobili e agli ecclesiastici, sedevano i rappresentanti dei Comuni.
I lavori parlamentari si svolgevano in lingua friulana. Il patriarca rappresentava lo Stato feudale, ovvero il "principatus Italiae et Imperii" creato il 3 d'aprile del 1077 dall'imperatore Enrico IV; il Parlamento rappresentava l'"universitas" friulana presso il principe.
Già nel XIV secolo il Parlamento era diventato la più grande assemblea legislativa, il maggior tribunale d'appello amministrativo, riuscendo a controllare lo stesso Patriarca.
E' sicuramente motivo di onore per tutte le istituzioni civili del Friuli storico aver istituito, tra le prime comunità d'Europa, proprio nel nostro territorio tale forma originale di rappresentanza.